Due chiacchiere con Franco Sala
Di Arnaldo Gruzza
"La borsa ce l’ho, qualche spicciolo, la cartina per arrivare a Villa santa l’hai fatta?? No perché l’interland milanese è un casino! Ok eccolo, partiamo!"
E’ passata una settimana giusta e ho già nostalgia di quei 150 km fatti in tre, io Alan (powerlifterer agonista di ottimo livello) e Lorenzo, che ha cominciato di poche settimane a preparare i Campionati Italiani 2007. Anche perché con Alan ci si vede, ma non si ha mai davvero tempo per stare un ora e mezza a parlare senza l’orologio in mano, e Lorenzo, beh, è di Genova e noi di Parma. Per cui ci si vede 2 volte l’anno.
La scusa è andare alla Forma Club a vedere se hanno un costumino da squat per un nostro atleta, ma in realtà andiamo a trovare Franco Sala, a scambiare due chiacchiere con lui, ad imparare qualcosa di questo sport da chi lo mastica (anzi lo fa masticare) sulle pedane internazionali e nazionali da anni.
Franco Sala gestisce con la moglie Donatella Beretta, powerlifter agonista di alto livello - se siete venuti a vedere una gara FIPL, e avete sentito qualcuno incitare smisuratamente (in termini di decibel) i propri atleti, era lei - la palestra Forma Club, alle porte di Monza.
Diciamolo, Franco Sala è ritenuto il guru del powerlifting italiano, e fatti alla mano, è una definizione fantasiosa (immagino lo farà sorridere) ma che non fa una piega.
Franco ha allenato e portato ai massimi livelli italiani europei e mondiali (Sacco è stato uno dei pochissimi atleti occidentali a combattere ad armi pari con i titani dell’est) atleti letteralmente sbocciati tra le sue mani, (Sacco, Giumarra, Voso, Zannini, la lista è lunghissima e le dimenticanze superano di molto le citazioni) ha una trentina di persone che gareggiano con la FIPL e una stima praticamente incondizionata da parte di tutti gli addetti ai lavori, e atleti della federazione.
Se qualcuno di voi lavora in palestra o ci ha lavorato come me, non potrà non stupirsi nel vedere una sala pesi di una bella palestra praticamente a Milano (Milano non Vladivostok) piena alle 3 di un soleggiato sabato pomeriggio, dove il 95% degli utenti stanno praticando squat oppure panca oppure stacco, in un ottica del miglioramento della prestazione (leggi: facevano tutti powerlifting).
Entriamo un po’ imbarazzati e scorgo un ragazzone che si prepara a mettersi la maglia da panca, il bilancere dietro di lui ha talmente tanti dischi che li devo contare 3 volte, lì di fianco un altro che fa stacco sui blocchi, e poco piu’ in là una ragazza che fa panca con uno spledido arco dorsale e così tanti altri. Tutti atleti FIPL, ok è il posto giusto.
Senza perdere tempo (se non ricambiando la cortesia del titolare) ci scaldiamo visto che i miei due compagni devono provare Alan la maglia nuova, Lorenzo la maglia per la prima volta.
Franco è indaffaratissimo coi suoi ragazzi, me lo aveva preannunciato, ma davvero segue contemporaneamente una 15ina di persone.
E’ chiaro subito a tutti noi come abbia un ruolo carismatico decisivo nella sua palestra, ruolo che un allenatore Deve avere, cioè avere la fiducia incondizionata del proprio atleta. Ho visto la stessa fiducia totale sia nel ragazzino di 18 anni che nell’over 50.
I "miei" si infilano la maglia, intanto io provo ad allenarmi tra uno spotting e l’altro, insieme ad un atleta Fipl che deve fare 5 serie da 6 pesanti di panca piana. Vado con lui.
Frettolosamente mettiamo la maglia a Lorenzo e ad Alan.
Soprattutto il primo dei due mi da uno spunto interessantissimo per discutere di un fattore fondamentale delle teorie Franco sulla tecnica d’esecuzione degli esercizi. Lorenzo è potenzialmente piu’ dotato di Alan nella distensione su panca, per conformazione fisica principalmente. Lorenzo ha anche una tecnica apparentemente impeccabile, gomiti ruotati, bell’arco dorsale, petto verso il bilancere ecc. però di fatto la sua panca dal vivo risulta poco compatta capace di produrre poca sinergia muscolare, per quanto a occhio ingenuo possa apparire tecnicamente “perfetta”.
Alan ha le braccia piu’ lunghe, fa molto meno arco è meno “manieristicamente bello” da vedere, eppure è piu’ compatto, infatti gli bastano poche serie per adattarsi alla nuova attrezzatura e trarne buoni risultati, mentre Lorenzo non riesce (è del tutto normale la prima volta intendiamoci) a domare l’attrezzatura e realizza carichi inferiori (si rifarà quando conta !!!) malgrado le premesse.
Perché? Perché per domare l’esercizio della panca piana occorre una grande tecnica di base e una grande tecnica di base va relazionata alle nostre leve corporee.
Infatti mi dice: “Ho atleti che mi fanno squat a gambe larghe e atleti che me lo fanno a gambe strette, semplicemente cerco di mantenere quello che istintivamente l’atleta tende a fare per natura..”
Se vogliamo transmutare questa frase dal parlato allo scritto possiamo dire che Franco cerca di impostare una tecnica di base, dove alcuni concetti sono intoccabili (scapole addotte nella panca piana tanto per fare un esempio) ma la tecnica di esecuzione definitiva risulta dalla produzione di migliaia di serie a medio-basse (6-1) ripetizioni dove l’atleta cercando di essere piu’ veloce (quindi performante) possibile crea un proprio movimento d’eccellenza (partendo sempre da alcuni capisaldi tecnici di base) tale per cui il corpo esprima la priopria individuale e personalissima massima performance.
“Io non sono per l’ampio l’utilizzo di tecniche speciali, io sono per squat, panca piana e stacco da terra alla nausea..”
Questo commento va ad integrare il discorso precedente, ma è alla basa di tutte le idee che potrebbero sembrare estreme agli occhi dell’incompetente in materia ma che formano la base del suo training.
Alan solleva una suo PR alla seconda alzata con la nuova maglia (c’è ancora tanto da lavorare per lui in questo esercizio), intanto dall’altra parte della sala pesi crescono i preparativi per un test a 205 sempre di panca piana,
Sala corre da una parte all’altra tant’è che ci sentiamo in colpa nel fargli fare questo extra-lavoro nel darci un occhio supplementare; il senso di colpa però presto svanisce nel vedere con quale facilità fa indossare le magliette da panca piana, usando anche qua la tecnica piu’ semplice del mondo, quella che è così semplice che non ci avresti mai pensato. 5 minuti invece di 20 minuti, fa una bella differenza.
Al che, malgrado venissi da un allenamento da record 2 giorni prima ho deciso di provare l’attrezzatura anch’io e mi accorgo anche in questo caso di come la sicurezza di provare carichi mai fatti venga dalla personalità del coach, e mi auguro vivamente di riuscire a dare un giorno la stessa sicurezza alle persone che seguo.
Un buon allenatore anche e soprattutto nel powerlifting deve avere forte personalità e generosità (spesso è quello che lavora di piu’ e quello che ci “pensa” di piu’, quello che forse ci tiene di piu’), grande conoscenza delle risposte del fisico (quindi sapere produrre programmi di lavoro vincenti e personali), senza falsi miti e senza dogmi, essere quindi spinto da un etica sperimentale forte, e una larga conoscenza della competizione in sé, quindi saper usare le attrezzature perfettamente, capire come funzionano al meglio per il proprio atleta e capire cosa serve a fare quel kg in piu’, al momento giusto, nel posto giusto, avendo la forza di non fidarsi di quello che dicono tutti, di quello che si legge dappertutto, perché “Tutti”, come sempre avviene, in tutti i campi, “sbagliano”.
Vista una mia defaillance in un momento del’alzata poco prima della chiusura ho chieso al coach se fosse il caso di fare qualche tipo di lavoro specifico e frettolosamente mi ha risposto tra uno spotting e l’altro:
"sono dell’idea che se diventi piu’ forte nell’alzata in sé diventi piu’ forte in tutto il range di movimento, è chiaro che l’attrezzatura premia certi angoli di movimento, mentre in altri ti trovi tutto il carico addosso, ma dal momento che tu riesci ad uscire il piu’ veloce possibile piu’ hai piu’ possibilità di concludere l’alzata. Anch’io faccio fare a volte esercizi specifici per certi range di movimento ma esclusivamente come lavoro complementare lasciando il maggior spazio all’esercizio fondamentale"
Di Arnaldo Gruzza
"La borsa ce l’ho, qualche spicciolo, la cartina per arrivare a Villa santa l’hai fatta?? No perché l’interland milanese è un casino! Ok eccolo, partiamo!"
E’ passata una settimana giusta e ho già nostalgia di quei 150 km fatti in tre, io Alan (powerlifterer agonista di ottimo livello) e Lorenzo, che ha cominciato di poche settimane a preparare i Campionati Italiani 2007. Anche perché con Alan ci si vede, ma non si ha mai davvero tempo per stare un ora e mezza a parlare senza l’orologio in mano, e Lorenzo, beh, è di Genova e noi di Parma. Per cui ci si vede 2 volte l’anno.
La scusa è andare alla Forma Club a vedere se hanno un costumino da squat per un nostro atleta, ma in realtà andiamo a trovare Franco Sala, a scambiare due chiacchiere con lui, ad imparare qualcosa di questo sport da chi lo mastica (anzi lo fa masticare) sulle pedane internazionali e nazionali da anni.
Franco Sala gestisce con la moglie Donatella Beretta, powerlifter agonista di alto livello - se siete venuti a vedere una gara FIPL, e avete sentito qualcuno incitare smisuratamente (in termini di decibel) i propri atleti, era lei - la palestra Forma Club, alle porte di Monza.
Diciamolo, Franco Sala è ritenuto il guru del powerlifting italiano, e fatti alla mano, è una definizione fantasiosa (immagino lo farà sorridere) ma che non fa una piega.
Franco ha allenato e portato ai massimi livelli italiani europei e mondiali (Sacco è stato uno dei pochissimi atleti occidentali a combattere ad armi pari con i titani dell’est) atleti letteralmente sbocciati tra le sue mani, (Sacco, Giumarra, Voso, Zannini, la lista è lunghissima e le dimenticanze superano di molto le citazioni) ha una trentina di persone che gareggiano con la FIPL e una stima praticamente incondizionata da parte di tutti gli addetti ai lavori, e atleti della federazione.
Se qualcuno di voi lavora in palestra o ci ha lavorato come me, non potrà non stupirsi nel vedere una sala pesi di una bella palestra praticamente a Milano (Milano non Vladivostok) piena alle 3 di un soleggiato sabato pomeriggio, dove il 95% degli utenti stanno praticando squat oppure panca oppure stacco, in un ottica del miglioramento della prestazione (leggi: facevano tutti powerlifting).
Entriamo un po’ imbarazzati e scorgo un ragazzone che si prepara a mettersi la maglia da panca, il bilancere dietro di lui ha talmente tanti dischi che li devo contare 3 volte, lì di fianco un altro che fa stacco sui blocchi, e poco piu’ in là una ragazza che fa panca con uno spledido arco dorsale e così tanti altri. Tutti atleti FIPL, ok è il posto giusto.
Senza perdere tempo (se non ricambiando la cortesia del titolare) ci scaldiamo visto che i miei due compagni devono provare Alan la maglia nuova, Lorenzo la maglia per la prima volta.
Franco è indaffaratissimo coi suoi ragazzi, me lo aveva preannunciato, ma davvero segue contemporaneamente una 15ina di persone.
E’ chiaro subito a tutti noi come abbia un ruolo carismatico decisivo nella sua palestra, ruolo che un allenatore Deve avere, cioè avere la fiducia incondizionata del proprio atleta. Ho visto la stessa fiducia totale sia nel ragazzino di 18 anni che nell’over 50.
I "miei" si infilano la maglia, intanto io provo ad allenarmi tra uno spotting e l’altro, insieme ad un atleta Fipl che deve fare 5 serie da 6 pesanti di panca piana. Vado con lui.
Frettolosamente mettiamo la maglia a Lorenzo e ad Alan.
Soprattutto il primo dei due mi da uno spunto interessantissimo per discutere di un fattore fondamentale delle teorie Franco sulla tecnica d’esecuzione degli esercizi. Lorenzo è potenzialmente piu’ dotato di Alan nella distensione su panca, per conformazione fisica principalmente. Lorenzo ha anche una tecnica apparentemente impeccabile, gomiti ruotati, bell’arco dorsale, petto verso il bilancere ecc. però di fatto la sua panca dal vivo risulta poco compatta capace di produrre poca sinergia muscolare, per quanto a occhio ingenuo possa apparire tecnicamente “perfetta”.
Alan ha le braccia piu’ lunghe, fa molto meno arco è meno “manieristicamente bello” da vedere, eppure è piu’ compatto, infatti gli bastano poche serie per adattarsi alla nuova attrezzatura e trarne buoni risultati, mentre Lorenzo non riesce (è del tutto normale la prima volta intendiamoci) a domare l’attrezzatura e realizza carichi inferiori (si rifarà quando conta !!!) malgrado le premesse.
Perché? Perché per domare l’esercizio della panca piana occorre una grande tecnica di base e una grande tecnica di base va relazionata alle nostre leve corporee.
Infatti mi dice: “Ho atleti che mi fanno squat a gambe larghe e atleti che me lo fanno a gambe strette, semplicemente cerco di mantenere quello che istintivamente l’atleta tende a fare per natura..”
Se vogliamo transmutare questa frase dal parlato allo scritto possiamo dire che Franco cerca di impostare una tecnica di base, dove alcuni concetti sono intoccabili (scapole addotte nella panca piana tanto per fare un esempio) ma la tecnica di esecuzione definitiva risulta dalla produzione di migliaia di serie a medio-basse (6-1) ripetizioni dove l’atleta cercando di essere piu’ veloce (quindi performante) possibile crea un proprio movimento d’eccellenza (partendo sempre da alcuni capisaldi tecnici di base) tale per cui il corpo esprima la priopria individuale e personalissima massima performance.
“Io non sono per l’ampio l’utilizzo di tecniche speciali, io sono per squat, panca piana e stacco da terra alla nausea..”
Questo commento va ad integrare il discorso precedente, ma è alla basa di tutte le idee che potrebbero sembrare estreme agli occhi dell’incompetente in materia ma che formano la base del suo training.
Alan solleva una suo PR alla seconda alzata con la nuova maglia (c’è ancora tanto da lavorare per lui in questo esercizio), intanto dall’altra parte della sala pesi crescono i preparativi per un test a 205 sempre di panca piana,
Sala corre da una parte all’altra tant’è che ci sentiamo in colpa nel fargli fare questo extra-lavoro nel darci un occhio supplementare; il senso di colpa però presto svanisce nel vedere con quale facilità fa indossare le magliette da panca piana, usando anche qua la tecnica piu’ semplice del mondo, quella che è così semplice che non ci avresti mai pensato. 5 minuti invece di 20 minuti, fa una bella differenza.
Al che, malgrado venissi da un allenamento da record 2 giorni prima ho deciso di provare l’attrezzatura anch’io e mi accorgo anche in questo caso di come la sicurezza di provare carichi mai fatti venga dalla personalità del coach, e mi auguro vivamente di riuscire a dare un giorno la stessa sicurezza alle persone che seguo.
Un buon allenatore anche e soprattutto nel powerlifting deve avere forte personalità e generosità (spesso è quello che lavora di piu’ e quello che ci “pensa” di piu’, quello che forse ci tiene di piu’), grande conoscenza delle risposte del fisico (quindi sapere produrre programmi di lavoro vincenti e personali), senza falsi miti e senza dogmi, essere quindi spinto da un etica sperimentale forte, e una larga conoscenza della competizione in sé, quindi saper usare le attrezzature perfettamente, capire come funzionano al meglio per il proprio atleta e capire cosa serve a fare quel kg in piu’, al momento giusto, nel posto giusto, avendo la forza di non fidarsi di quello che dicono tutti, di quello che si legge dappertutto, perché “Tutti”, come sempre avviene, in tutti i campi, “sbagliano”.
Vista una mia defaillance in un momento del’alzata poco prima della chiusura ho chieso al coach se fosse il caso di fare qualche tipo di lavoro specifico e frettolosamente mi ha risposto tra uno spotting e l’altro:
"sono dell’idea che se diventi piu’ forte nell’alzata in sé diventi piu’ forte in tutto il range di movimento, è chiaro che l’attrezzatura premia certi angoli di movimento, mentre in altri ti trovi tutto il carico addosso, ma dal momento che tu riesci ad uscire il piu’ veloce possibile piu’ hai piu’ possibilità di concludere l’alzata. Anch’io faccio fare a volte esercizi specifici per certi range di movimento ma esclusivamente come lavoro complementare lasciando il maggior spazio all’esercizio fondamentale"
Ultima modifica di Zacros il Sab Nov 15, 2008 10:18 pm - modificato 1 volta.
Gio Apr 11, 2013 12:17 am Da sardu
» allenamento a casa?
Mar Mar 26, 2013 5:53 pm Da sardu
» Mi presento
Mar Mar 26, 2013 3:14 pm Da sardu
» MR10 si rinizia ...ma come?
Ven Ago 31, 2012 5:49 pm Da MR10
» ciao
Ven Feb 17, 2012 9:24 pm Da gareth66
» Hola
Dom Ott 02, 2011 5:55 pm Da Mr.Ripped
» sono molto giovane u.u
Dom Lug 31, 2011 11:26 pm Da Cobra85
» Ciao!
Gio Giu 02, 2011 2:04 pm Da nett
» Aumento massa
Lun Mag 23, 2011 12:03 pm Da Soan